Associazione nazionale infermieri di area critica
Accedi · Registrati | Scegli la lingua:

Definizione, strumenti di accertamento e prevalenza dei disturbi da stress post traumatico correlati alle cure intensive: revisione narrativa della letteratura

di Anna Pavan, Alvisa Palese

Introduzione: i disturbi da stress post traumatico (post traumatic stress disorders, PTSD) impattano pesantemente sugli outcome dei pazienti sottoposti a cure intensive. Si è svolta quindi una revisione narrativa allo scopo di dare una definizione di PTSD, chiarire quali siano gli strumenti di accertamento e definire un quadro di prevalenza del fenomeno.
Materiali e metodi: si è svolta una revisione della letteratura su banca dati Medline per definire il concetto di PTSD e la loro prevalenza. Si sono utilizzati i seguenti Mesh Terms
per il primo aspetto: “Stress Disorders, Post-Traumatic”[Mesh] e “Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders”[Mesh]. Per il secondo: “Stress Disorders, Post-Traumatic”[
Mesh], “Intensive Care Units” [Mesh], “Prevalence”[Mesh], “Critical Illness”[Mesh], “Outcome Assessment (Health Care)”[Mesh]. Per gli strumenti di accertamento, invece, si è analizzata criticamente una revisione sistematica di riferimento sulla tematica e si è proceduto con ricerca ascendente e discendente su Scopus database.
Risultati: i PTSD sono disturbi che si compongono di sintomi di evitamento, pensieri intrusivi, iperarousal e alterazioni in negativo della cognizione e del tono dell’umore. Gli strumenti di self-report raccomandati per accertare i PTSD correlati alle cure intensive sono la Post-traumatic Diagnostic Scale (PDS) e la Impact of Event Scale Revise (IES-R). La prevalenza del fenomeno varia da 0 a 64% se prodotta con diagnosi clinica e da 0 a 75% se risultante da strumenti di self-report.
Discussione: la variabilità dei dati nei confronti dei PTSD deriva dalla mancanza di precisi schemi fisiopatologici e di fattori di rischio. Inoltre, la presenza di numerosi strumenti di accertamento che spesso non possono confermare la diagnosi, contribuisce a creare disomogeneità, così come le diverse variabili prese in considerazione dagli studi.
Conclusioni: gli infermieri svolgono un ruolo importante nel riconoscere anticipatamente i sintomi, implementare strategie preventive (diari, servizi clinici psicologici e programmi strutturati di follow-up) e documentare l’andamento dei problemi sia nei contesti di area critica sia in quelli di cure a lungo termine.