Il fine vita. Gli infermieri, l’ospedale e il territorio: Esperienze a confronto

L’Aniarti (Associazione degli infermieri di area critica) ha ritenuto importante affrontare il tema del fine vita, già dal suo ultimo Congresso Nazionale che si è tenuto a Bologna dal 25 al 27 novembre 2009, e che ha avuto il seguente titolo: “L’infermiere e la questione del limite. Osservazioni, interrogativi e proposte su: l’assistenza infermieristica, la persona in situazioni di criticità, il sistema per la salute”.

In quelle giornate, si è voluta offrire una disamina ampia e articolata dell’argomento, che è stato presentato nelle diverse chiavi di lettura di ambiti disciplinari anche diversi dal nostro; filosofia, sociologia, economia, bioetica, politica sanitaria.

Lo scopo è stato quello di porre in evidenza gli elementi influenti ed interagenti nella gestione del fine vita, nelle prese di decisione, nelle scelte cliniche ed assistenziali, nell’indirizzare a specifici orientamenti etici, comportamentali e procedurali.

Con questa iniziativa, vorremo compiere un’analisi più intimista che riguardi il vissuto degli assistiti e degli operatori nelle condizioni di fine vita.

Partiremo come sempre da un’analisi di letteratura orientata in maniera specifica ai diversi contesti assistenziali che abbiamo ritenuto di coinvolgere, non solo di area critica in senso stretto, ma più trasversalmente, ai diversi servizi nei quali si ha maggior necessità di affrontare le situazioni di fine vita pur nelle varie specificità situazionali, quali: le  Unità di terapia Intensiva Neonatale (UTIN), Polivalente per adulti, l’Ematologia, l’Oncologia, l’Oncologia Pediatrica. Continueremo poi, descrivendo situazioni (setting assistenziali), raccontando di esperienze, riflettendo sui vissuti, confrontandoci con i colleghi relatori e partecipanti nel contesto di ampi spazi dibattimentali che intendiamo strutturare nel programma della giornata - studio.

Il nostro auspicio è che si riesca a scardinare in qualche modo “la corazza” degli infermieri di area critica (e non solo), per consentire la diffusione d’una esperienza che solo marginalmente è di natura tecnica, ma che più sostanzialmente attinge al contenuto emozionale ed affettivo di ciascuno di noi. Poi, gli infermieri essendo dei professionisti, sapranno incanalare questa energia a rafforzamento della loro competenza relazionale, per capire e per capirsi.