Il problema degli accessi “impropri” in Pronto soccorso: un’indagine antropologica
Introduzione: questo lavoro presenta gli esiti di una ricerca antropologica che ha avuto l’obiettivo di analizzare le principali questioni connesse alla tematica degli accessi cosiddetti “impropri”, a partire dalle esperienze di utenti e operatori del Pronto soccorso dell’ospedale di Perugia Santa Maria della Misericordia (Italia). L’indagine si è focalizzata da una parte sui percorsi, le scelte e le motivazioni che
orientano gli utenti con codice bianco verso il servizio e dall’altra sui vissuti, le pratiche e le criticità rilevate con medici e infermieri.
Materiali e metodi: l’indagine è stata condotta impiegando gli strumenti propri della ricerca qualitativa; in particolare interviste in profondità a medici, infermieri e in larga parte ad utenti nonché osservazione partecipante nella sala di attesa del Pronto soccorso.
Risultati: la ricerca ha confermato come la scelta degli utenti con problematiche da codice bianco a rivolgersi in Pronto soccorso sia influenzata da un’ampia serie di motivazioni, rappresentazioni, condizionamenti socio-culturali che orientano le decisioni e influenzano gli itinerari terapeutici. Emergono in tal senso molteplici prospettive e differenti posizionamenti di utenti e operatori sanitari. Se da una parte, la totalità dei cittadini coinvolti ritiene assolutamente legittima e adeguata la propria presenza in Pronto soccorso, dall’altra la questione degli accessi considerati inappropriati viene avvertita come un problema piuttosto serio da parte degli operatori, che dichiarano come in molti casi questo possa rappresentare fonte di stress e frustrazione e incidere sugli atteggiamenti e la relazione con gli utenti.
Discussione: in generale emergono un’eterogeneità di interpretazioni fortemente connesse ai differenti punti di vista e contesti di riferimento che spingono a riflettere su alcune questioni: come far dialogare le differenti prospettive degli attori coinvolti; entro quali confini si definiscono i concetti di appropriatezza e inappropriatezza dell’accesso; come tutto questo debba essere inquadrato entro una riflessione più ampia sulle effettive risposte ai bisogni di salute messe in campo dall’organizzazione sanitaria, in particolare in merito ai servizi di territorio.
Conclusione: quanto emerso dalla ricerca può rappresentare un’occasione per riflettere su specifici percorsi operativi finalizzati a facilitare processi di dialogo e confronto tra i professionisti interessati, promuovere campagne di educazione sanitaria e ripensare spazi di ascolto e orientamento rivolti agli utenti.