Se si combatte il cambiamento
Il 28 febbraio la Commissione medica dell’Ordine dei Medici di Bologna ha comunicato la sospensione di 4 medici accusati di aver redatto protocolli per la gestione di situazioni critiche da parte di infermieri. Questi documenti non sono frutto di fantasie arbitrarie, ma sono basati su linee guida internazionali, condivisi negli orientamenti dalle aziende sanitarie e dalle Regioni. Questi provvedimenti celano ben altro che la difesa del cittadino dal rischio di abuso di professione come viene giustifi cato; è ben evidente che il cambiamento in atto, che alcuni medici vogliono affrontare, si scontra con la volontà di non perdere primazie ormai insostenibili. La crisi di ruolo di alcuni medici e il desiderio di mantenere fermo il tempo, non lo possono pagare né gli infermieri, né le altre professioni sanitarie e tanto meno i cittadini. Gli infermieri non possono assistere (magari anche ringraziando di questa “attenzione” paternalistica) al continuo mettere in discussione
le competenze acquisite ed agite quotidianamente nei servizi di Emergenza ed i principi e gli strumenti di clinical governace e di evidence best practice diffusi e riconosciuti dal mondo scientifico, di cui questi protocolli sono espressione. Non dimentichiamo che questo garantisce, a tutti, una sanità pubblica tra le migliori, nonostante le tante aggressioni dirette ed indirette. Per questo Aniarti, SIMEU (Società Italiana di Medicina di Emergenza ed Urgenza), IRC (Italian Resuscitation Council) e AMIETIP (Accademia medica e infermieristica di emergenza e terapia intensiva
pediatrica), sono a fi anco dei medici sospesi e di tutti coloro che vogliono ragionare sul cambiamento e non chiudersi in sterili atti storicamente insostenibili.