Weaning da ventilazione meccanica a breve e lungo termine nei pazienti adulti. Aggiornamenti
Introduzione: lo svezzamento dei pazienti adulti dalla ventilazione meccanica (VM) in terapia intensiva (TI) è tuttora tra i cosiddetti hot topics in area critica poiché l’aumento del tempo di permanenza in ventilazione si associa ad un incremento di mortalità. Il weaning è attualmente classificato in semplice, difficile o prolungato sulla base del tempo e dei tentativi impiegati per raggiungere l’indipendenza del paziente dal ventilatore.
Problema: questo articolo ha l’obiettivo di fornire i più recenti aggiornamenti circa il weaning da ventilazione meccanica in TI nei pazienti adulti, assieme alle controversie attuali e ad alcuni spunti di riflessione critica.
Risultati: nella VM short term è necessario mantenere l’attenzione focalizzata sull’individuazione precoce dei criteri di arruolamento dei pazienti ai tentativi di respiro spontaneo. I protocolli di weaning si possono configurare come strumento di omogeneizzazione degli approcci, ma sono ancora bassi i livelli di evidenza a supporto del loro impiego indiscriminato. I bundle of care per il weaning non sono attualmente supportati da alcun livello di evidenza scientifica. La ventilazione non invasiva sembra assumere un ruolo decisivo in termini di efficacia nella riduzione dei tempi di VM in generale, favorendo una più precoce estubazione dei pazienti ed offrendosi come strumento di prevenzione della reintubazione nei casi in cui si sviluppi nuovamente insufficienza respiratoria. La prolonged mechanical ventilation (PMV) viene a configurarsi al momento dell’esecuzione di tracheostomia nei pazienti con ripetuto fallimento di tentativi di weaning, pur non essendo ancor oggi definito un timing ottimaleper la procedura. La PMV richiede, nell’obiettivo di divezzare il paziente difficile, un approccio mutidimensionale e multiprofessionale dove possono trovare spazio anche score complessi come il Burns Wean Assessment
Program, tenendo presente che queste condizioni richiedono un ampio impiego di risorse e gli esiti sono frequentemente dipendenti dalle comorbidità presenti e dall’età avanzata.