La mappatura dei rischi clinici in un pronto soccorso mediante l’applicazione del metodo FMEA/FMECA
Introduzione: in Pronto Soccorso, l’ambiente caotico e sovraffollato, le condizioni critiche del paziente e la criticità del fattore tempo sono alcuni degli elementi che possono contribuire ad aumentare il rischio di errore da parte degli operatori, con ovvie ripercussioni negative sul paziente, sui professionisti e sull’organizzazione. In questo lavoro si presenta l’applicazione della tecnica di analisi proattiva Fmea/Fmeca (Failure Mode and Effects Analysis/Failure Mode, Effects, and Criticality Analysis) nel Pronto Soccorso di Faenza.
Materiali e metodi: la Fmea/Fmeca è utilizzata dall’inizio degli anni 2000 nelle organizzazioni sanitarie per evidenziare in modo proattivo le possibili criticità che nei processi clinico-assistenziali potrebbero provocare danni o eventi avversi ai pazienti. Un gruppo di lavoro multidisciplinare ha applicato gli step metodologici della Fmea/Fmeca all’intero processo di “Gestione del paziente in Pronto Soccorso”, dal momento dell’accettazione alla dimissione.
Risultati: al termine dell’analisi sono stati individuati complessivamente 90 Failure Mode (FM) e 66 azioni di miglioramento. Per ogni fase del processo sono state individuate le attività con più elevato Indice di Priorità di Rischio (IPR). Per ogni FM sono state analizzate le cause e pianificate le azioni di miglioramento.
Discussione: la Fmea/Fmeca ha permesso di individuare la presenza di errori attivi e latenti all’interno dell’organizzazione e di pianificare misure di miglioramento per evitare errori potenziali con un sicuro miglioramento di qualità e sicurezza. I limiti dell’esperienza sono relativi alla soggettività della tecnica utilizzata, soprattutto nell’attribuzione dei punteggi IPR, e al vincolo della limitata disponibilità di risorse per realizzare in modo completo le misure di miglioramento pianificate.
Conclusioni: nonostante la sua validità, l’applicazione della tecnica Fmea/Fmeca non può essere da sola sufficiente ad apportare miglioramenti significativi e duraturi nell’organizzazione; deve essere necessariamente affiancata ad un’opera di diffusione capillare della “cultura del rischio e della sicurezza” tra tutti gli operatori dell’équipe.