Problemi aperti nel passaggio del paziente tra la terapia intensiva e la terapia sub-intensiva: gestione del setting, vie aeree, respiro e circolo
I pazienti sopravvissuti al ricovero in terapia intensiva (ICU) necessitano di periodi di degenza talvolta anche lunghi, in contesti di cura a ridotta intensità, ma caratterizzati da livelli di assistenza intermedi rispetto alle degenze ordinarie: le Terapie Sub-Intensive (HDU). Le HDU consentono di mantenere un certo grado di monitoraggio strumentale e offrono un livello di assistenza adeguato ai bisogni di pazienti con insufficienze mono-organo o con importante rischio di deterioramento clinico. Il momento della dimissione e del trasferimento del paziente dalla ICU alla HDU diventa quindi un elemento critico, perché richiede di fare il punto sul percorso di cura e assistenza del paziente nelle fasi iperacute e critiche della malattia e una presa in carico globale con particolare attenzione a focalizzare il nursing sulla prevenzione delle complicanze, e sul percorso di downgrade rispetto agli accessori e dispositivi invasivi diagnostici e terapeutici. Particolarmente sensibili, perché a rischio di compromissione degli esiti (lunghezza di degenza, e in alcuni casi, mortalità) sono la gestione dei device invasivi ancora in sede nel in fase di stepdown. In particolare, diventa critico focalizzare il nursing sulle potenziali complicanze del paziente in uscita dalla ICU legate alle vie aeree (particolarmente alla tracheostomia), al respiro (ossigenoterapia e ventilazione non invasiva), al circolo (devices intravascolari) e sulla gestione necessaria al mantenimento dei dispositivi relativi alla cura e assistenza di queste funzioni nel lungo periodo.