Associazione nazionale infermieri di area critica
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I (buoni) propositi per il 2015

by Maria Benetton

Rimini, novembre 2014 è stato l’appuntamento congressuale di Aniarti che ha cercato di mettere in luce cosa ha prodotto la professione infermieristica, ma anche come intende evolvere la professione, quali
strade percorrere, quali messaggi portare. Non abbiamo certo la pretesa di parlare a nome di tutti gli infermieri intervenuti (600 colleghi, un gran bel numero) ma dai relatori, dai congressisti, dai colleghi che hanno direttamente organizzato l’evento, sono emersi, con forza e chiarezza, tante idee e tragitti da compiere in futuro. In sintesi possiamo elencare, a mo’ di Raccomandazioni che tanto frequentano la nostra pratica operativa, quanto è uscito dall’assise congressuale:

1. Far collaborare le varie componenti professionali dei setting assistenziali ospedalieri o del territorio, per realizzare, concretamente, un efficace e
rispettoso rapporto interprofessionale e il massimo apporto di competenze (Grade A, fortemente raccomandato, gli studi concordano per un ripensamento dei ruoli tradizionali).
2. Dimostrare una professionalità “esperta” attraverso il continuo aggiornamento e riflessione nell’esperienza. (Grade A, fortemente raccomandato, combattere la classificazione tradizionale per compiti e competenze devono essere dimostrate).

3. L’assistenza alla persona deve continuare sul territorio con una gestione concreta della cronicità e del sostegno ai caregiver, troppo spesso totalmente sostitutivi del Servizio Sanitario fino all’esaurimento fisico e psichico (Grade A, fortemente raccomandato, potremmo tutti trovarci in questa situazione di assistito-assistente).

4. Continuare con il processo di innovazione, soprattutto organizzativa, per ampliare le strutture a responsabilità infermieristica (Grade B, moderatamente raccomandato, vanno studiate prima le linee stategiche ed il contesto professionale che sono determinanti per il successo strepitoso/fallimento dilaniante).

5. Sostenere la rete fra gli ospedali nelle sue varie applicazioni (aree vaste, hub and spoke, integrated delivery system) per garantire qualità e sicurezza delle cure specialistiche, riducendo duplicazioni di stutture o di interventi, rischio clinico e, forse, i costi (Grade B, moderatamente raccomandato, poiché gli infermieri sostenevano, già in periodi non sospetti, che bisognava razionalizzare anche riducendo
le strutture, le dirigenze, la diagnostica inutile, l’assistenza parcellizzata… Lo chiamavamo ottimizzazione delle risorse e proponevamo i modelli di assistenza per complessità).

6. Ricominciare ad investire economicamente nel SSN (Grade D, molto basso, siamo sognatori ma molto realisti sui ridimensionamenti e tagli che rischiano di andare oltre il pur necessario contenimento delle inefficienze).

7. Difendere il SSN universalistico come scelta etica imprescindibile (senza Grade, per quanto è assoluta).

Infine, un aspetto che non può essere classificato in raccomandazione perché trasversale a tutto, è stata la profonda riflessione fatta da tutti i congressisti e relatori sulla comunicazione come processo  pianificato e consapevole, elemento caratterizzante delle professioni della salute: comunicazione tra infermieri e paziente, comunicazione come informazione efficace e sincera al cittadino e agli stakeholders, comunicazione come vicinanza empatica nel fine vita. Le parole sono pietre: una visione sempre più tecnologica, e quindi materialistica, della funzione sanitaria rischia di far dimenticare che i malati non sono macchine, che si possano aggiustare o rottamare, che i familiari non sono interlocutori di serie B perché “non capirebbero” cosa avviene in Terapia Intensiva, che gli infemieri ed i medici non sono meri “prestatori d’opera burocratizzati” ma professionisti che, con tutti i loro limiti e nelle loro possibilità, accompagnano le persone nella sofferenza, nel recupero fisico o nella morte.
Ecco i propositi che questo Congresso ci propone per il 2015 (e per gli anni a venire...). Se consolidiamo maggiormente l’appartenenza alla professione, all’essere parte di una associazione culturale, nella libertà e creatività, tutto ciò ci consentirà di unire le forze e dare concretezza al contributo che gli infermieri possono apportare per il miglioramento del sistema salute. Aniarti intende continuare ad esserci e proseguire in questo senso.