Umidificazione attiva versus umidificazione passiva nella ventilazione meccanica. Revisione della letteratura
Introduzione: l’umidificazione ed il riscaldamento dell’aria inspirata, sono compiti normalmente assolti dal tratto respiratorio superiore. Con l’intubazione endotracheale e la tracheotomia si bypassa il tratto naso-orofaringeo, le regioni del corpo con più alta capacita di riscaldamento ed umidificazione. Vengono inibite le difese naturali quali lo starnutire, il tossire, il deglutire. Il sistema di trasporto muco ciliare resta l’unica difesa meccanica ma l’esposizione a gas freddi e secchi lo rallentano e immobilizzano. Diventa quindi indispensabile fornire artificialmente la giusta quantità di umidità e calore per mantenere la funzione muco-ciliare e prevenire altre numerose complicanze. I metodi attualmente utilizzati sono umidificazione attiva e passiva.
Materiali e metodi: La ricerca è stata eseguita attraverso le banche dati Pubmed, Cinahl, Embase, Ilisi; sono stati ricercati studi sperimentali ed osservazionali pubblicati da
gennaio 2003 a gennaio 2014. Criteri di esclusione: popolazione di pazienti con età < 18 anni, laringectomizzati, sottoposti a ventilazione meccanica <48 ore, pazienti in respiro spontaneo da tracheotomia; intervento di comparazione unicamente di filtri di diversi brands; outcome diversi. Sono state escluse dallo studio revisioni e metanalisi.
Risultati: 12 studi comparano umidificazione attiva e passiva, non sono emerse differenze tra i due sistemi di umidificazione in 8 trial per quanto riguarda gli outcome osservati.
5 hanno studiato la corretta gestione degli scambiatori di calore e di umidità (HME), che risultano erogare maggiore umidità se posti in prossimità del tubo oro-tracheale, si può prolungare il loro utilizzo fino a 72 ore, non sono influenzati dalla temperatura ambiente e non rendono necessaria la sostituzione periodica del circuito ventilatorio.
Discussione: i risultati ottenuti evidenziano come l’utilizzo dell’uno o l’altro sistema di umidificazione delle vie aeree non incida in maniera significativa sugli outcome osservati.
Conclusioni: non sono emerse differenze statisticamente significative, associate al metodo di umidificazione utilizzata, in termini di riduzione dell’insorgenza di polmonite associata a ventilazione, ostruzione del tubo endotracheale, aumento resistenza al flusso, svezzamento, mortalità.