Le best practices per la gestione della sepsi e dello shock settico in ambito intensivo: indagine conoscitiva multicentrica sull’aderenza alle raccomandazioni delle linee guida
Introduzione: la sepsi è una risposta infiammatoria sistemica conseguente a un processo infettivo. Lo shock settico, diretta complicanza, è caratterizzato da ipoperfusione tissutale a cui si associa il danno funzionale di uno o più organi.
Obiettivo: l’obiettivo di questa indagine conoscitiva è di esplorare il livello di conoscenza degli infermieri di Terapia Intensiva in materia di sepsi e di shock settico.
Materiali e metodi: è stato somministrato un questionario in forma elettronica al personale infermieristico di 10 terapie intensive della regione Emilia Romagna nel periodo compreso tra agosto e ottobre 2015.
Risultati: hanno risposto al questionario 135 infermieri; solo l’8,1% degli infermieri rispondenti è in possesso di un Master in Area Critica. La partecipazione ad eventi formativi sul tema dell’assistenza a pazienti con sepsi è avvenuta recentemente solo da parte del 31,1% degli intervistati. Gli aspetti dell’assistenza infermieristica ritenuti più rilevanti per la prevenzione della sepsi nei pazienti ricoverati in ambiente intensivo sono stati il lavaggio delle mani (91,9%), l’utilizzo corretto dei Dispositivi di Protezione Individuale (61,5%) e le misure di isolamento dei pazienti infetti (60,7%).
Conclusioni: ad oggi, la sepsi rimane una condizione patologica frequente (dal 30 al 37% dei pazienti ricoverati in ICU, in Europa). Recenti studi dimostrano l’importanza di implementare la creazione di team dedicati alla gestione di pazienti settici (“sepsi team”). Ciò ha consentito di ridurre del 40% la mortalità dei pazienti con shock settico. L’infermiere ricopre un ruolo centrale e indispensabile nella prevenzione, nel riconoscimento precoce degli eventi settici al fine di portare a termine un’assistenza efficace. E’ necessario implementare la formazione.